di Cesare Ciabatti
Il testo del quesito:
“Per i verbali che il nostro Corpo di Sorveglianza emette per sanzioni amministrative, vorremmo sapere se è possibile esporre, oltre alle indicazioni per PagoPA, anche l’Iban. Spesso, infatti, i sanzionati sono cittadini stranieri. Potrebbe indicarmi indicare i riferimenti di Legge a proposito dell’indicazione dei metodi di pagamento ?”.
La risposta dei ns. esperti:
Occorre una precisazione: l’Iban non deve essere esposto sul sito istituzionale in quanto l’art. 5 del Dlgs. n. 82/2005 (Cad) non lo prevede più dal 14 settembre 2016 per effetto delle modifiche introdotte dal Dlgs. n. 179/2016. Non è mai stato previsto, invece, l’Iban all’interno dell’Avviso di pagamento. L’obiettivo del legislatore dal 2016 è stato quello di incanalare i pagamenti dell’Ente in PagoPA disincentivando l’utilizzo di altri canali.
Come ricordato anche al paragrafo “1.5” delle “Linee guida l’adozione di PagoPA”, resta un obbligo di adesione e adozione solo per le Pubbliche Amministrazioni come stabilito dall’art. 65 del Dlgs. n. 217/2017, ferma la facoltà all’utilizzo da parte del privato cittadino nel rispetto del diritto alla cittadinanza digitale affermato dall’art 3 del “Cad”. In pratica, l’Ente ha l’obbligo di mettere a disposizione il canale digitale, ma nel rispetto del digital divide, il cittadino può decidere o meno di avvalersene.
In merito alla fattispecie indicata, ovvero la riscossione di un debito da parte di un cittadino straniero, con PagoPA è possibile essendo presente tra i prestatori di pagamento anche Nexy. In pratica occorre accedere al portale dei pagamenti dell’Ente messo a disposizione dall’intermediario, indicare il numero dell’Avviso e scegliere la modalità di pagamento con carta di credito. La procedura potrebbe essere automatizzata leggendo con lo smartphone il Qr code stampato sull’Avviso.
L’unico problema del pagamento con carta di credito è l’importo che, se superiore al plafond delle comuni carte, non è tecnicamente possibile. In tal caso, potrebbe essere richiamato il punto c) del paragrafo “1.5” delle Linee-guida nel quale si prevede tra i pagamenti esclusi da PagoPA oltre agli F24, i Rid e contanti, anche “eventuali altri servizi di pagamento non ancora integrati e che non risultino sostituibili con quelli erogati in PagoPA per previsione di legge”.
In sintesi, l’Ente deve produrre un avviso PagoPA, notificarlo all’interessato indicando la procedura di pagamento (per gli stranieri magari anche in lingua inglese), e solo nei casi in cui si riscontrino impossibilità, importi superiori ai plafond delle carte di credito o non disponibilità di carta di credito da parte del debitore, si potrà procedere con la comunicazione dell’Iban avvalendosi del punto c) del paragrafo “1.5” delle Linee-guida.
In merito al pagamento delle fatture che anch’esso dovrà avvenire mediante PagoPA.
L’Ente potrà procedere in due modi:
- allegare alla fattura l’avviso PagoPA;
- digitalizzare l’intero processo, producendo in prima istanza l’avviso di pagamento e, contestualmente alla ricezione della ricevuta di pagamento, emettere fattura nel rispetto del Principio “dell’effettuazione dell’operazione” disposto dall’art. 6 del Dpr. n. 633/72.
La prima modalità è più semplice da applicare, ma non ha benefici operativi. La seconda presenta una forte semplificazione gestionale permettendo l’intera automazione del processo nel rispetto del Principio “once only” previsto dal “Piano triennale per l’informatica della Pubblica Amministrazione” a cui tutte le Amministrazioni pubbliche si devono nel tempo adeguare.